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ATTIVITA' OLISTICHE E COUNSELING

COUNSELING- THETAHEALING- ARTETERAPIA- VISIONE REMOTA DELL'ANIMA

LA MOTIVAZIONE....POESIA DEL SILENZIO

7/12/2015

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Motivazione e silenzio….cosa li accomuna?
Vediamo il silenzio sotto un’ottica diversa, poco conosciuta, un silenzio che ha le sue regole e la sua creatività, sia verso sé, sia in relazione con l’altro.
Si tratta di un silenzio intenzionale, scelto, che può far emergere il meglio di noi e dell’altro.
Il silenzio diventa, quindi, lo spazio entro il quale prendere contatto di autoascolto e di ascolto di chi  sta accanto.
Il silenzio si presenta in passaggi apparentemente impercettibili che corrispondono al fare il proprio silenzio, a far fare il silenzio dell'altro (fare silenzio per sentire l’altro) e a restituire nel suo silenzio all’altro (far sentire che si sente l’altro).
Per potersi mettere nella propria predisposizione al silenzio di sè, ci si ripete la frase “...ma guarda un po’..”; in questi momenti di autoascolto che portano poi a risposte, entra in campo la neocorteccia (parte periferica del cervello), che necessita, nel suo compito, di  elaborare dei collegamenti con parti del cervello più profondo. Questa offre risposte a domande profonde, non solo “normali”; si tratta, quindi, di responsi. Accade che più parti di noi si uniscono per dare responsi, ovvero risposte profonde.
Quali sono le domande indirizzate ad avere risposte profonde?
Ad esempio possiamo chiederci: “Che cos'è buono per me?” “Che consiglio mi do?” “Come posso fare?
Tutto questo porta ad avere la possibilità di autoaiutarsi, attraverso un costante allenamento  intenzionale con la neocorteccia, che dà responsi. Questa procedura deve divenire  costante e non solo circoscritta ad eventi problematici.
“Cosa voglio per me ?”
“Dove voglio andare?”
E qui entra in campo il concetto di motivazione, che fa da motore ai pensieri ed alle azioni della nostra vita.
Il punto di partenza è, quindi,  l'ascolto del corpo nel qui e nell’ora.
La motivazione viene percepita quando arrivano  risposte- responsi, che non sono mai del passato, essa infatti è legata al tempo presente. Le risorse sono tutte presenti, basta ascoltarle ed accoglierle ( “... ma guarda un po'...” ), e da ciò emerge stupore/piacere per ciò che si coglie. L'aggancio tra il responso che viene dato e che cosa si decide di fare porta ad una scelta, ovvero si sceglie ciò che è buono per se stessi, e questo  porta ad un cambiamento.
E' basilare esperire tanti ascolti del presente, cogliendo piccole percezioni positive ed occorre, quindi,  allenarsi nella quotidianità, nei piccoli momenti presenti.
Nel passato è possibile recuperare tanti piccoli passaggi positivi, ma è possibile solo se se lo si sa fare con il presente; infatti, partendo dalla motivazione del presente si recuperano aspetti positivi del passato, unendo così passato e presente. Se si sta nel passato si preclude il futuro.
Il tempio del presente è il corpo. 
Quando parliamo di motivazione si fa riferimento ad un processo di attivazione dell'organismo finalizzato alla realizzazione di un determinato scopo in relazione alle condizioni ambientali.
Quindi, quando si parla di motivazione, entrano in campo 3 parole chiave: attivazione, scopo ed ambiente.
Affinchè la motivazione possa fare il suo percorso questi 3 fattori sono basilari; infatti, se manca un elemento, la motivazione è scarsa e  termina.
Ciascuno di noi deve munirsi di kit motivazionale interno. Quando c'è attivazione dell'organismo, non interviene solo il corpo, ma anche i pensieri, i desideri (tendenza attualizzante di andare verso ciò che piace, che è buono per me), gli obiettivi, il respiro, le immagini che si stanno vivendo, gli stimoli esterni, il dolore, i bisogni (partono da una sensazione di carenza/assenza).
Ci si attiva con il corpo e con le sensazioni positive, con la mente e con le immagini positive; con questi canali si accede all'inconscio.
Il tempo del presente è il corpo, ed è più lento rispetto a quello della mente, che è più veloce
Si crea, quindi, un dialogo interno  proattivo (autoefficacia), secondo cui ci si ripete “Ci riesco” ancor prima di  fare/ottenere; questo significa avere fiducia, essere legati al qui ed all'ora.
Riassumendo ci si attiva per sentire, vedere, dire, fare qualcosa di buono per se stessi.
A questo fa da supporto un kit motivazionale esterno, composto da persone che trasmettono calore, empatia, vicinanza, che determino condivisione, che si è portati ad emulare e che quindi, rafforzano la motivazione.
Tutto questo serve per creare un futuro/scopo, per cui c'è una proiezione in avanti; è importante crearsi un vissuto per andare poi a viverlo.
In sostanza per andare verso il futuro si ha bisogno di scegliere ed agire.
Cosa accade quando la condizione esterna ed interna sono in apparente contrasto? Si presentano ambivalenze, che nonostante le si considerino una situazione non accettabile, in realtà sono una condizione dialettica naturale, in quanto dentro di noi convivono più mondi, che capita si vivano in modo conflittuale, e si pensa (credenza centrale a priori) che non vada bene essere  “indecisi”.
Si usano espressioni linguistiche in cui si inserisce il MA (contrapposizione), invece dell’ E (anche). Quando accade che tale “indecisione” resti ferma a lungo, si cade nel conflitto che poi ristagna, ed  allora diventa un problema. La non scelta, di conseguenza, porta ad uno stallo che si sostanzia di ambivalenze, conflitti  e resistenze.

Dott.ssa Laura Venturoli
www.lauraventuroli.com        laura.venturoli@gmail.com

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    LAURA VENTUROLI

    Insegnante, counselor olistico, pedagogista, psicomotricista, istruttrice fitness/wellness, operatore reiki e tecniche bionaturali, thetahealer

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Laura Venturoli Counselor olistico professional  (S.I.A.F.) n. ER410- CO dal 01/08/2018 al 01/08/2021
Pedagogista, psicomotricista, istruttrice fitness e wellness, personal trainer posturale, operatore professionale in tecniche bionaturali, operatore Reiki, Thetahealer
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