![]() In questo articolo vorrei invitare alla riflessione e dare un poco di spazio alla comunicazione che quotidianamente abbiamo con le persone, dal collega di lavoro, al compagno, al dialogo con noi stessi. Per questa mia intenzione vi voglio parlare di Watslawick e delle 5 proprietà base della comunicazione, detti assiomi (definizioni incontestabili), che inconsapevolmente mettiamo in atto nelle nostre relazioni. 1. IMPOSSIBILITA’ DI NON COMUNICARE. La comunicazione è considerata alla stessa stregua di un comportamento e come tale, non è possibile non mostrare un “non comportamento”. Quindi si comunica sempre, anche quando non si vuole o non si pensa di farlo. Qui si inserisce, infatti, la comunicazione non verbale, con le parole, il silenzio, la mimica, la gestualità, la prossemica, che intervengono nel processo relazionale. Ad esempio, un signore che in autobus legge il giornale manda il chiaro messaggio di non voler essere disturbato. Ciò implica che si comunica anche se non si pensa di farlo. 2. OGNI COMUNICAZIONE HA UN ASPETTO DI CONTENUTO ED UNO DI RELAZIONE La comunicazione trasmette un contenuto, ovvero informazioni, ed impone, nello stesso tempo, un comportamento. Il tipo di messaggio dato, infatti, costituisce il secondo aspetto, ovvero il come. L’indicazione sul tipo di relazione può essere data da elementi non verbali, come il tono della voce, la mimica facciale ecc. In ogni comunicazione possiamo individuare: - Figura, ovvero ciò che è in primo piano, più vicino, visibile e ci attira/coinvolge di più; ci riferiamo al COSA viene detto, al contenuto. - Sfondo, ovvero quel che c'è dietro, sotto, lontano, meno visibile, di contorno; ci riferiamo al COME qualcosa viene detto, la qualità, l'atmosfera emotiva che classifica il contenuto e da informazioni relative alla relazione. Tanto più la relazione è sana, tanto più l'aspetto relazionale recede sullo sfondo e il contenuto diventa più importante; in una relazione meno sana, al contrario, l'aspetto di contenuto è posto sullo sfondo e a figura c'è la qualità della comunicazione. Spesso i conflitti nelle relazioni nascono proprio perché si fa più caso e più attenzione al modo in cui ci vengono dette le cose e si perde di vista il contenuto. 3. LA NATURA DELAL RELAZIONE DIPENDE DALLA PUNTEGGIATURA (SEQUENZA DI EVENTI) Se pensiamo ad una sequenza di comunicazione fra due persone, possiamo dire che si tratta di una interazione, in quanto si verificano degli scambi comunicativi. Non si può sapere chi ha iniziato con precisione la comunicazione, perché il tutto si verifica all’interno di una circolarità, in cui non vale il presupposto di linearità causa- effetto. All’interno della comunicazione non si possono considerare, quindi, i messaggi che ne emergono come risultato o conseguenza di messaggi precedenti o successivi (es. “io reagisco in questa maniera in quanto tu…”). 4. COMPLEMENTARIETA’ E SIMMETRIA DELLE RELAZIONI Nel primo caso si fa riferimento ad una relazione che si struttura sulla differenza (COMPLEMENTARE). Si determinano due posizioni diverse: una primaria o superiore, occupata da un partner, detta ONE- UP, ed una inferiore, secondaria, chiamata, ONE- DOWN. Sono comportamenti che si completano a vicenda e non prevedono una valutazione nel senso di buono contro cattivo, ma si deve pensare alla circolarità della comunicazione stessa. Quando invece, il rapporto è basato sulla uguaglianza, si parla di SIMMETRIA, in cui si tende a minimizzare la differenza e può dare origine ad una escalation di scambi anche in grado di sfociare in comportamenti molto alterati . 5. E’ GRATUITO SUPPORRE CHE L’ALTRO COLGA LE STESSE INFORMAZIONI E LE ELABORI NELLO STESSO MODO Si ricevono continuamente forti ed incisivi bombardamenti di stimoli interni ed esterni e tra questi, la nostra attenzione può essere diretta su un solo stimolo per volta. Inoltre, ogni individuo presenta un diverso back-ground sia culturale che affettivo. Per cui, anche ammettendo (ed è tutt'altro che probabile) che due persone colgano in un dato istante lo stesso aspetto della realtà, è praticamente impossibile che questo venga vissuto nello stesso modo e ne vengano tratte le stesse conclusioni. Il problema nasce dal credere che quello che vogliamo, desideriamo, sentiamo noi è quello che vuole, desidera e sente anche l'altra persona, ma così non è. Che succede quando comunichiamo??? Quanto ci rendiamo conto di cosa accade nella relazioni? Proviamo a prestare attenzione a noi e agli altri e vediamo cosa succede. Laura Venturoli google.com/+LauraVenturoli (google plus) www.facebook.com/BenEssere2016
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LAURA VENTUROLIInsegnante, counselor olistico, pedagogista, psicomotricista, istruttrice fitness/wellness, operatore reiki e tecniche bionaturali, thetahealer Archivo
Gennaio 2019
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